“La cura della cellulite parte dai piedi”. Spesso, in ambito fitness, si sente questa affermazione. Oggi cercherò di spiegare, continuando in questo modo il mio precedente articolo sulla cellulite “Cellulite...cos'è?”
I difetti nell’appoggio del piede sono tra i fattori che influenzano la cellulite, come abbiamo già imparato.
Ricorderete, infatti, che avevo espresso il seguente concetto: (…) “i tacchi alti, l’alterazione della dinamica della camminata e l’errata posizione del piede peggiorano la situazione” (...).
Oggi, vedremo il MOTIVO per cui tali fattori aumentino la cellulite.
Innanzitutto, nelle gambe con cellulite vi è una cattiva circolazione presente, dovuta alla già citata alterazione del tessuto sottocutaneo (strato più profondo della pelle). La cellulite impedisce la corretta circolazione e lo smaltimento delle tossine prodotte, o assunte (con il cibo) durante la giornata. La circolazione venosa, che serve a smaltire le tossine, risulta così compromessa e l’accumulo di queste ultime, ne aggrava la situazione.
Inoltre, nel piede ci sono delle strutture che servono da “pompa secondaria” per aiutare il ritorno del sangue verso l’alto.
Esse sono:
- Soletta venosa di Lejars: “spugna” ricca di piccoli vasi
- Triangolo della Volta: struttura anatomica più profonda, contente vasi venosi più grandi
La spremitura di queste strutture, ad ogni appoggio del piede al suolo, garantisce il ritorno del sangue verso il cuore. La pompa plantare imprime al sangue una spinta tale da raggiungere la fossa poplitea (parte posteriore del ginocchio). Per questo motivo può essere definita “cuore periferico”.
Quindi, un errato appoggio del piede o l’uso per esempio di tacchi alti (attenzione non sto dicendo di non utilizzarli, ma di ridurne l'utilizzo a 4-5 ore al giorno), bloccano o limitano le funzioni delle strutture interne del piede, impedendo la corretta circolazione sanguigna nella gamba. In presenza di cellulite, quest’ultimo aspetto unito alla già presente cattiva circolazione, contribuisce ad aggravare la situazione.
Ecco perché per iniziare a trattare il problema della cellulite è molto utile correggere i “difetti” della camminata.
Un buon consiglio per chi non pratica attività sportiva è quello di iniziare con una semplice camminata, per esempio 30 minuti al giorno, ponendo l’attenzione ad utilizzare calzature basse, che rispettino la naturale funzionalità del piede, oppure di svolgere allenamenti, anche senza scarpe, per ritrovare la corretta funzionalità del piede.
Questo significa che qualsiasi alterazione anatomica della pianta del piede (piede piatto, piede cavo, alluce valgo, esiti di fratture del piede o della caviglia, ecc…) o problemi di postura possono determinare un appoggio non fisiologico con conseguente rallentamento della circolazione sanguigna nelle vene. In caso di patologie del piede ogni caso è da valutare singolarmente.
Secondo alcuni specialisti correre NON aiuta a risolvere il problema.
I fattori che ne spiegano il motivo sono principalmente due. Per prima cosa i ripetuti impatti con il terreno causano microtraumi, che possono aggiungere danno al danno, Il secondo motivo è legato alla produzione di acido lattico (come conseguenza di un allenamento intenso) che risulta avere effetti negativi, a causa della difficoltà di smaltimento delle tossine in presenza di cellulite.
A mio parere, queste non sono regole generali, ma in riferimento a donne in sovrappeso od obese, oppure a chi non ha mai svolto attività fisica.
In generale quei soggetti che per diversi fattori hanno necessità di riprendere confidenza con il movimento fisico, la camminata è sicuramente un’attività che mi sento di suggerire. Se lo si desidera, si può iniziare un percorso di allenamento che permetta di svolgere movimenti semplici, che rispettino la naturale capacità di adattamento della persona e che prendano in considerazione capacità e difficoltà soggettive.
Invece, chi si allena già da molto tempo avrà certamente caratteristiche fisiche molto diverse e sicuramente una condizione fisica estremamente migliore rispetto ad una persona sedentaria. A queste persone suggerisco di continuare a mantenere un allenamento vario (e di non preoccuparsi della corsa), con un “occhio di riguardo” alla propria alimentazione, portando particolare attenzione agli zuccheri, al sale ed ai cibi che li contengono.
Gli allenamenti in ogni caso dovrebbero essere assolutamente sempre PERSONALIZZATI!
Alberto Zuccolo